NB:
Any Italian translation has been done by me. Francesca is not responsible for the mistakes in the Italiano section. These will be corrected when time permits.
Ogni traduzione italiana è stata fatta da me. Francesca non è responsabile per gli errori nella sezione Italiano. Questi saranno corretti quando il tempo lo permette.
JB
PERMACULTURE AND SPIRITUALITY
Dear old Bill Mollison would ferociously chew my ear about Spirituality and Permaculture, if he didn’t simply hang me by the balls and be done with me. Silly old sausage. He alludes to it often enough in the Manual, about the integration between all elements and the role people have and potentially could have, in nurturing nature while nurturing themselves. As if Nature and People are somehow disconnected. I believe this is the fundamental problem; the separation that exists between ‘Us’ and ‘It’, implicit even in declarations such as “I love Nature”.
One evening I was relaxing on my verandah in the sub-tropical rainforest of northern New South Wales , Australia. The night was peerless: balmy mild temperature; no wind; the soft sounds of the birds and animals going about their nocturnal rituals; not a cloud in a moonlit starry sky. Perfect. I was overwhelmed by it, thoughtlessly swept up in the moment. I recognized I was a part of that moment, that perfection, but with a very particular role or function, as with every individual part of Nature. One of my specific characteristics was the power to nurture, or destroy. What an awesome choice, a huge responsibility. My relationship with the natural world of which I am a part, had changed forever.
So I think that ‘spirituality’ and Permaculture are one and the same thing, if Permaculture is truly understood and applied. We live in very changing times of course, and must move with those changes. What was considered hippie dreamtime stuff when we first dived into living with the land and Permaculture, has now mercifully become almost mainstream. There are courses and workshops offering all sorts of wonderful potentials for doing-it-yourself, taking control of our lives by increments, spreading the good words in a world of negativity. One aspect that concerns me in the teaching of Permaculture in some places, has been the glossing superficially over the very fundamental basics so that maximum time can be reserved for ‘doing practical things’. Adapting to demand is very important, and no less so with Permaculture, but I strongly believe that giving time to a very deep understanding of its foundations are essential. To call a course having done 30 hours or so of theoretical with another 40 or 50 hours of practical themes, for me simply does not adequately fulfill the criteria for a Permaculture Design Course certificate, which should cover at least comprehensibly a huge range of themes which amount to total design.
Of course in such limited time frame, ‘covering’ such an integration process is simply impossible, but at least if an intense, concerted effort is made to touch them sufficiently to truly embrace the participants in the complexity of an integrated design process, is to convince them of the connectedness of all, and the necessity of seeking to consider them in achieving a harmonious design system. This includes the financial, social, political and psychological as well as the dirty-hands ‘practical exercises’. We can have a good garden, but that is only one part of a broad matrix of considerations that must be included in striving for a sustainable society and environment.
In this way a certificate holder should be able to clearly observe a diversity of specific situations and apply the undertanding to each unique situation. Permaculture is a design framework, not a junket of great things to do, even when they are good practical contributions to a situation. One can learn all sorts of great techniques in workshops and course devoted to such subjects, rather than pretending to offer a “Permaculture Design Course” in the guise of satisfying participant’s desire to go home and make good compost.
When the ‘whole picture’ is appreciated towards creating a whole system, rather than just a series of good ideas and techniques, we have the potential of truly world-changing consequences.
“Siamo la Natura!!”
“Amo la natura!” E’ un’espressione che utilizziamo molto comunemente e che ci da una sensazione di benessere e un emozione. Certo, è un’ottima cosa.
Il problema che percepisco con questa espressione comune, è che è un meccanismo di separazione intrinseco, che suggerisce che noi umani in qualche modo siamo diversi dalla natura. Con le eccezioni discutibili di bambini in provetta e i cloni, però, siamo tutti naturali – come gli uccelli e le api, o le erbe e gli alberi. A meno che, dovrei aggiungere, anche questi non siano stati geneticamente modificati per migliorare le loro prestazioni o presentano analoghe caratteristiche dubbie.
Sicuramente fino a quando si continua a trattare la natura come qualcosa si colloca al di fuori di noi, c’è un alto rischio di non identificarsi con essa, e questo mi sembra di essere esattamente il nodo del nostro rapporto con l’ambiente e i problemi ambientali associati. Troppo spesso, il “noi” viene posto in cima al mucchio, con tutte le altre entità asservite alle nostre esigenze o desideri particolari, con l’esclusione di tutto il resto. Certo, in un certo senso le cose sembrano andare sempre meglio – con la speranza che continui così, ma se così non fosse – allora che la provvidenza ci aiuti!
Anni fa mi trovavo sulla mia veranda sulle colline boscose del nord del Nuovo Galles del Sud (Australia). Era inverno, in un luogo fresco, una notte con la luna, e non ho potuto resistere dallo scatenare un sonoro “COOO-eee”. Questa mia chiamata mi viene restituita per ben cinque volte, il suono rimbalzò da un versante all’altro, con un volume e una chiarezza che via via diminuiva. Esilarante – la perfezione in quel momento.
Mi sentivo sopraffatto da quella perfezione, per il fatto di trovarmi in un ambiente raffinato, circondato da tanta bellezza. Sono sicuro che tutti noi abbiamo vissuto momenti come questi. Nessun sforzo, solo essere presenti, essere lì. Ma ciò che ha moltiplicato l’esperienza per me è stato la sensazione di essere parte di quel luogo e quel momento. E ancora, potevo scegliere il ruolo da giocare lì, in quel momento e in futuro.
Potevo per esempio scegliere di non fare nulla, nel caso peggiore un grande ramo avrebbe potuto spezzarsi e arrivarmi in testa. E sarei morto, rimanendo li, semplicemente a marcire, una sorta di elemento passivo della natura che sarebbe entrato molto attivamente nel processo di riciclo dei nutrienti. Sarei stato utilizzato dalla foresta, entrando nella sua eterna evoluzione.
Oppure avrei potuto scegliere di prendere una motosega, affittare un bulldozer, o acquistare una scatola di fiammiferi, e trasformare la foresta in tempi relativamente brevi in un posto completamente diverso. Avrei potuto comprare poi una mandria di bovini, e quindi mantenere il posto nello stato in cui l’avevo ridotto, e osservare come si sarebbe lentamente degradato attraverso l’erosione che avrebbe avuto luogo, e la conseguente sparizione di molte specie, riducendo la biodiversità complessiva di questo posto. Certo, l’effetto dell’eco ne avrebbe sicuramente guadagnato !
C’erano naturalmente però anche altre opzioni per me. Una avrebbe potuto essere di prendere la decisione di tutelare quella terra e di valorizzarla: impedendo o riducendo attivamente l’erosione attraverso il rimboschimento delle aree degradate, controllando gli eccessi di umidità, meccanicamente a mano o a macchina. Avrei anche potuto introdurre nuove piante che avrebbero poi attratto insetti, uccelli e animali diversi e altri organismi invisibili. Questo avrebbe effettivamente accelerato il processo di arricchimento.
Qui devo naturalmente ammettere che sto toccando un punto controverso, l’idea di interferire nei processi “naturali”. Questo se mi considero come qualcosa di ‘diverso’ dalla natura, come un estraneo strano senza diritto a interagire con gli “altri”. Ma per me non è così. Io credo nella mia capacità, nella mia responsabilità, e sono consapevole dell’impatto che posso avere sul mio ambiente, a seconda delle mie scelte ed azioni. In Permacultura si dice che “in natura non esiste buono o cattivo, solo conseguenze”
Perché l’Italia ha bisogno della Permacultura?
Pubblicato da naturedesignsjohnfranci in Riflessioni ed etichettato con Italia permacultura, permacultura, principi permacultura gennaio 30, 2013
Che cosa è esattamente la Permacultura? Secondo Bill Mollison, uno dei suoi fondatori, “la Permacultura coordina le qualità intrinseche di piante e animali (comprese le persone) in combinazione con le caratteristiche naturali del paesaggio affinché l’utilizzo del suolo sia produttivo e a bassa manutenzione su un’area più piccola possibile.” In sostanza si tratta di un sistema di progettazione, un modo di guardare lo spazio, grande o piccolo, e l’applicazione di una serie di principi che si trovano ad essere in comune a sistemi sostenibili naturali ed umani, per fare il meglio di quello spazio senza danneggiare l’ambiente che lo sostiene.
La Permacultura non dovrebbe essere nulla di nuovo, ma è, dopo tutto, solo una questione di buon senso. Purtroppo il buon senso sembra che sia diventata merce rara.
Naturalmente le persone in tutto il mondo hanno creato dei sistemi di utilizzo del suolo che hanno resistito alla prova del tempo. Negli ultimi cento anni o giù di lì, però, una grande percentuale di loro si sono piegati sotto la pressione dei nostri tempi ed delle condizioni che governano le nostre attività. Un’economia basata sulla crescita che dovrebbe continuare a espandersi, consumando sempre di più, per esempio. Ok, sto diventando troppo politico. Cerchiamo di restringere la nostra attenzione sul titolo di questo articolo. La Permacultura e perché l’Italia ne ha tanto bisogno.
In tutto il mondo, e questo è un dato inconfutabile, abbiamo ‘perso’ circa il 50% del nostro suolo nel secolo scorso. Ogni anno perdiamo ‘circa sei milioni di ettari di terreno coltivabile, mentre la nostra crescente popolazione di oltre 7 miliardi di individui continua ad espandersi. Ok, anche se qui in Italia non stanno sparendo vaste aree di terreni coltivati a causa della desertificazione, un’osservazione molto superficiale conferma che quello che sta accadendo è molto allarmante. Per non parlare che anno dopo anno assistiamo ad una siccità che aumenta, una condizione che sta diventando più la norma che rara.
Ogni volta che cadono forti piogge, si vede la conseguenza dei nostri sistemi agricoli scoperti, e la prassi patologica di eliminare l’acqua il più velocemente possibile per canalizzarla sulla distanza più breve verso il mare. Entrambe le politiche (terra nuda e canalizzazione veloce) ritraggono un’ignoranza sia delle basi dell’ecologia e che della sostenibilità economica.
Entriamo nella Permacultura. L’ambiente è il fondamento del nostro sistema economico, distruggerlo è analogo al suicidio in qualsiasi termini si sceglie di proiettarlo. In Permacultura decidiamo di utilizzare ogni forma di energia, il più volte possibile prima che scompaia dal nostro sistema, se questo è ‘inevitabile’.
Il colore rosso-marrone-grigio dei fiumi durante le forti piogge è come il sangue della terra che corre verso il mare. E ‘ suolo, e non possiamo permetterci di perderlo, a meno che non vogliamo accettare di condannarci a cibo in provetta attraverso l’idroponica o qualsiasi altra “innovazione” che la scienza riuscirà a inventare, in modo da continuare a darci da mangiare. La Permacultura cerca, per quanto possibile, di minimizzare il disturbo del suolo, come la lavorazione del terreno e l’uso di fertilizzanti altamente solubili. Come alternative, incoraggiamo sistemi di lavorazione minimi, utilizzando giudiziosamente pacciamature e sovesci, rotazioni o colture permanenti per mantenere la salute naturale del suolo e prevenire l’infestazione di “erba”.
Inoltre, riconosciamo la necessità di trattenere l’acqua il più possibile all’interno dei nostri sistemi, piuttosto che sbarazzarsi di eventuali eccessi il più velocemente possibile e il più lontano da noi possibile. Troppo spesso, l’acqua che scorre dalle colline con il suo pesante carico di limo, rallenta quando arriva alle pianure costiere, depositando il carico in quanto rallenta, con il risultato che il fiume diventa effettivamente meno profondo. E la conseguenza di ciò è che quando si verificano le prossime piogge forti, la ridotta capacità di carico del letto del fiume significa più inondazioni, dal momento che l’acqua in eccesso deve andare da qualche parte. Più danni, più spese, e gli unici che beneficiano sono gli imprenditori che costruiscono le barriere anti-inondazione dove non sarebbe stato necessario se le esigenze reali fossero state affrontate in primo luogo.
In agricoltura, come per qualsiasi altra operazione, se si prende più di quanto diamo, allora stiamo sfruttando, se non facciamo manutenzione degradiamo la fonte della nostra impresa. Con il terreno, dal momento che è stato lì per più di quello che possiamo ricordare (come se fosse perenne, inesauribile), si può facilmente ignorare questo rapporto di dare e avere, e quindi solo prendere. Ignorare i fatti non li farà sparire. Non possiamo continuare a rapinare la banca! Dobbiamo pagare per quello che prendiamo!
Contrariamente alle apparenze, è sufficiente sostenere il nostro sistema – i nostri terreni – con l’aggiunta di fertilizzanti chimici solubili per nutrire i nostri raccolti, non pagare il prezzo del nostro sfruttamento. Che illusione! In questo caso, fornendo i nutrienti necessari alle piante, non stiamo risparmiando il suolo, ma lo stiamo degradando, attraverso la distruzione degli organismi del suolo, e interrompendo il delicato equilibrio che esiste attraverso una miriade di interazioni che si verificano tra gli organismi del suolo e gli elementi del suolo. L’ossidazione delle sostanze nutritive (anche aggravata dall’aratura), bloccate in molecole cristalline o nell’argilla, l’aumento del numero di agenti patogeni delle piante, e la distruzione della struttura del terreno, tutti si verificano come conseguenza diretta di questa forma dell’agricoltura ‘moderna’. Come rispondo a questi problemi? Purtroppo, aro ancora di più e butto più sostanze chimiche.
Rifiutandosi di assumere una visione olistica del nostro ambiente – trattando ogni problema, quando si verifica, come un incidente isolato, – porta quasi sempre a una maggiore degradazione. Se questo degrado non è immediatamente evidente, apparirà più tardi, poi forse le futuri generazioni dovranno pagare il conto dei nostri errori. Il conto dovrà comunque essere pagato.
Non è facile trovare una via d’uscita. L’aratura sui pendii è sia difficile (impossibile se il pendio è troppo ripido) che pericolosa. Così la maggior parte degli agricoltori prende la decisione di arare secondo la linea di massima pendenza. Per esempio, si decide di coltivare uva in un certo luogo e quindi si “deve” arare. Un contadino che segue la Permacultura in primo luogo si pone la domanda ‘Qual è il miglior uso di questa terra, in modo che sia produttiva per me, senza degradarla? Preferibilmente, quale attività potrebbe darmi benefici e migliorare il terreno allo stesso tempo?’ L’aratura in discesa, per piantare l’uva nelle linee che seguono la morfologia della collina, crea effettivamente dei canali dove l’acqua porta via del terreno, portando inevitabilmente alla perdita di suolo prezioso . Questa non dovrebbe essere un’opzione per l’agricoltore responsabile. Su pendii molto ripidi, l’unica scelta dovrebbe essere una piantumazione e copertura del suolo perenne. I contadini di un tempo erano più saggi non solo in quanto terrazzavano i pendii più ripidi, ma erano anche molto attenti a garantire che il deflusso delle acque fosse perfetto. Se piove, bisogna bagnarsi! In altre parole, guardare a ciò che accade quando accade, e rispondere a questo, piuttosto che riparare i danni dopo che si sono verificati!
La Permacultura cerca di guardare avanti, non solo in termini di terreni da conservare o migliorare per le generazioni future, ma di anticipare i cambiamenti. Il cambiamento, ovviamente, è inevitabile, e il cambiamento in agricoltura non fa eccezione. Ci sono certamente stati alcuni cambiamenti positivi in alcuni aspetti dell’agricoltura negli ultimi decenni, ma fino a quando i sussidi agricoli sostengono anche le pratiche agricole cattive, vi è uno scarso incentivo a fare i grandi cambiamenti essenziali per raggiungere qualcosa che si avvicini alla sostenibilità. Ora è certo che queste sovvenzioni scompariranno gradualmente, o saranno drasticamente ridotte. Il cambiamento avverrà, l’unica domanda è, quando? Sarebbe meglio apportare le modifiche volontariamente, come architetti del cambiamento, piuttosto che esserne vittime in un secondo momento.
La pioggia, quando cade, cade spesso in grandi volumi, infatti il 50-70% del totale di pioggia cade solo in circa il 13% di giorni di pioggia, il resto è solle oltre l’80% dei giorni, con un deflusso molto ridotto. Poi, per molti mesi dell’anno ci aspetta una scarsità d’acqua e siamo vicini alla siccità. Tuttavia, in quei pochi giorni di forti piogge, vengono prodotti dei danni enormi, e quasi tutta l’acqua preziosa si perde insieme al suolo che porta via. Se solo potessimo rallentare, trattenere e diffondere l’acqua per un periodo di tempo più lungo. Possiamo farlo. Con la Permacultura, otteniamo molto successo minimizzando i danni, e con vari metodi possiamo conservare l’acqua per un utilizzo successivo. Solcando il terreno profondamente lungo le curve di livello si può aumentare l’assorbimento dell’acqua fino al 80%; l’aratura, invece, scioglie il suolo e spesso crea uno strato compatto a maggiore profondità, in modo che l’acqua di conseguenza potrà essere assorbita meno in profondità. Le radici vengono pertanto limitate nella loro crescita, aumenta l’ossidazione dei nutrienti fino a che le piante non riescono più a utilizzare la sostanza nutriente, e la struttura del terreno viene distrutta nel lungo termine, a seconda del tipo di terreno.
Creiamo anche degli “swales” (fossi livellari), che sono scavati lungo le curve di livello, come fossero terrazze, ma che sono effettivamente dei lunghi tumuli in cui l’acqua può essere trattenuta per essere assorbita. Con questo assorbimento d’acqua, l’umidità del suolo si mantiene per periodi più lunghi per essere utilizzata da piante e alberi, e vengono creati diversi microclimi, permettendo una varietà molto più ampia di piante che possono essere coltivate. Questo offre l’assicurazione ideale per l’agricoltore di diversificazione delle colture ed essere così meno dipendente da prodotti del mercato unico.
Ci sono molti altri esempi di tecniche e tecnologie spesso utilizzate in Permacultura, ma più importante di queste sono i principi guida e gli atteggiamenti che costituiscono la base della Permacultura.
Noi cerchiamo di mettere insieme le relazioni positive tra i diversi elementi del nostro sistema agricolo, riconoscendo che l’input per un elemento può essere fornito dal output di un altro, riducendo il lavoro e le esigenze finanziarie. Animali che stanno in stalla nei pressi di un stagno di acquacoltura, forniscono tramite le deiezioni le sostanze nutritive ai pesci, e beneficiano di una temperatura più costante sia in estate che in inverno grazie allo specchio d’acqua. Inoltre l’acqua in eccesso dello stagno può essere utilizzata come una sostanza nutritiva ricca e fonte d’acqua per le colture (e per gli animali) e i frutteti, se il tutto è stato progettato e realizzato utilizzando la gravità.
In questo esempio, stiamo applicando molti principi della Permacultura, tra cui la posizione relativa (foraggio-animali-stagno-pesci-frutteti/colture/foraggio), la pianificazione secondo l’elevazione (forza di gravità), il riciclaggio di energia (energia foraggi-letame-pesce cibo-fertilizzante -foraggio), le funzioni multiple di un unico elemento (stagno: moderatore climatico, pesci, fonte di nutrienti, e altro ancora), risorse biologiche (foraggio cresciuto vicino a dove stanno gli animali, con acqua di nutrienti), scala (progetto di facile manutenzione in quanto una volta stabilizzato la manutenzione è molto bassa), più elementi disponibili per supportare una funzione (reddito e necessità familiari vengono soddisfatte da diverse fonti), tecnologia appropriata (costo e sistema di manutenzione contenuti).
Non è la tecnica o una tecnologia che è importante, ma il pensiero dietro ad esso, e il contesto in cui viene attuata. Gli stessi principi possono essere applicati a tutti gli aspetti del nostro sistema, dalla progettazione della casa, ai giardini, alla progettazione del frutteto e la selezione delle specie. E questo vale anche per i sistemi sociali, finanziari e giuridici che lo supportano.
La Permacultura, o per lo meno l’atteggiamento che incoraggia, non sono solo essenziali per l’Italia e il mondo in generale. Essi sono inevitabili se si vuole andare verso un futuro che sia sostenibile, sano dal punto di vista sociale e ambientale – finanziariamente sostenibile ed equo, che offra l’opportunità a tutti di creare un mondo più vivibile per tutti.
Chi si sente di dire – per quanto patriottici si possa essere – che l’ambiente in Italia versa in condizioni di buona salute? Sicuramente nessuno. Come la maggior parte dei luoghi, l’Italia è in uno stato di terribile degrado ambientale, e lo è stato per anni. È ora di svegliarsi, velocemente. Quando perdiamo qualcosa, è perso, è troppo tardi. L’Italia ha bisogno della Permacultura, disperatamente, ora!
Water water everywhere, but …..
Swales – a response to the problems of water control and soil loss
Let’s talk about water. Simple stuff, eh! Yes, simple stuff – with just two elements, hydrogen and oxygen, strung together, it flows clear and sparkling. When it is permitted to. When it is not polluted, or overexploited, or allowed to ravage the countryside in violent thunderstorms.
The problem is that these latter circumstances occur more and more frequently, so the commonality of clear sparkling water is becoming an increasingly rare phenomenon. Let us talk, then, about water and – more specifically – let us do something about the current situation. Now.
Coming from Australia, water is a theme already high on the list of subject matter for politicians, talk-shows, dinner parties. Everywhere, since the subject was neglected on the world’s driest continent for years, as water became scarcer, usage more profligate, until the desperate situation screamed out so loud that people have had to take notice. Now the controversy has been highlighted in a debate that won’t go away, since the options are so limited that purifying sewage for drinking water is not a gag by a stand-up comic, but perhaps an absolute necessity. Think of it next time you attend to the call of nature. Get serious!
I live in Italy, but when I look at the sensuous Tuscon landscape, I want to cry with pain and desolation. I see beyond the gorgeous form and textures. I see the slopes bleeding out their richness in tonnes of precious topsoil and nutrient with every downpour. Depositing the silt to cause flooding with the next rains; clouding the estuaries to kill off young fish that will never reach the dinner table; compounding the problems that generations ahead will have to deal with because we have not been concerned enough to respond.The fabled grapes of the Tuscon hills will shrivel into pithy sultanas on the vine. Not the raving of a diehard doom watcher. Prime-time reality show. We are all aware of the apparent increase in hot dry summers, raging thunderstorms, massive erosion. Aware, or oblivious, the subject will not go away.
A consistent prediction is that we can expect drought to become a normal pattern in the years to come. And the rain that falls is more likely to come torrentially, in damaging thunderstorms. The decisions and actions we take now will determine the impact of these extremes. Permaculture offers very effective strategies to minimise the problems, and maximise the benefits of whatever limited resources we have.
In Permaculture we highlight the basic economic theme of treating limited resources in the most efficient way. Water is a prime example, a resource becoming more extreme in its variations: here torrential rains and flooding; there so sparse as to cause prolonged drought and water rationing. We urge preserving it, conserving it, storing, it distributing it, reducing its use.. Dry subjects perhaps, but only if you ignore the reality of the value of good water to us all. Instead of shimmering silks, sparkling diamonds, gilt-edged stocks and shares, humble water is ultimately the treasure of them all. Without silks and diamonds and stockmarket prices, life will go on. Without clean water, it will not, for us.
In America, it is estimated that in the last 200 years, 75% of the topsoil has been lost, even while it is perennially being produced. Australia produces dust storms that colour the Alps of New Zealand red. The situation is not radically different elsewhere, for few if any, have been managing their situations better? The last century has seen radical changes to the patterns of the landscapes, and our capacity to transform it for better or worse.
So what to do? Firstly, look, see and think. We have all played with water, at least in our childhood. Moulded the landscape to suit our youthful purposes; to dam it, and spread it, and make it flow better. Its time to play it again, but this time for our survival. As well as for our pleasure, our joy in reversing a destructive cycle of abuse and transforming such waste into a potential for an abundant future instead of a desolate one.
The time is long past due, for decisions to be taken for guidelines that truly address the need for policies to save and use our precious soil and water instead of wasting and abusing them. At the moment there seems to be a general attitude of taking water away from the land as fast as possible. This runs absolutely counter to the most fundamental principles of ecology and sustainability, which are essentially the foundations of Permaculture.
Water always flows to the lowest point. Obviously! Wherever there is an accumulation of water, there is the maximum potential for storing it; or for it to destabilise the landscape, causing erosion, or landslides, or water-logging. However, if we are able to spread it evenly across the landscape, water can be absorbed into the soil where it can slowly percolate the aquifers, or be utilised over a longer period of time by plants selected to take advantage of the situation.
In Permaculture, we use “swales” extensively to achieve this. These are not new to Italy, I am told, having been invented long ago as fossetti livellari to achieve the same purpose. Tragically, one very rarely sees any remnants of this wonderful system, apparently forgotten or neglected. If constructed correctly, these structures have the potential to prevent erosion, halt topsoil loss, redistribute water accumulated, maintain soil moisture, and create microclimate variations for a great diversity of plant species otherwise not supported by a uniformly-sloping landscape.
The swales MUST be created absolutely horizontal. Failure to follow this basic rule can result in disaster! With even the slightest slope in any particular direction, all water obstructed by the swale during a thunderstorm or prolonged rains, will flow to the lowest point, and when the water exceeds the capacity of the swale to hold it, ALL will overflow at that same low point. The result is likely to be serious erosion, as well as the loss of all the water and suspended soil and organic material.
There are various means of assuring that the swale is absolutely level: these range from very simple to highly sophisticated technology. The choice of technologies will be according to situation, availability, or cost in terms of money or time. Each is capable of achieving sufficiently precise results.
The shape of the swales should be smooth and rounded, not sharp-edged and steep which will encourage instability and erosion, and reduce the potential of supporting the widest variety of plants in the diversity of microclimates created.
When the rains are extreme, the swales may not hold all the water; the excess of water MUST be directed where it can be carried away without damaging another part of the landscape. Therefore, the overflow from each swale must be directed to the next swale, and ultmately to an existing natural water course. If the area of swales is very large, there should be a number of these excess-water overflow points. This is essential!
As soon as construction is completed, the swales MUST be planted soon as possible, with perennial groundcovers to cover exposed soil and prevent erosion, and with appropriate trees and shrubs below the swale wall to utilise the available water.
The structure of the swale lends itself to greatly increase the biodiversity of sloping land. In the trench section, there will be an accumulation of water which, depending on the soil-type, may remain for some time. Species adapted to water-logging should be selected to take advantage of such an abundance. These may be edible, attractive, nutrient-accumulating, nitrogen-fixing, fibre-producing, or combinations of all these or others.
If the land above a swale is prone to erosion, or is feed by water containing a high level of suspended soil or organic material, the swale will eventually fill up. The rich material accumulated of course can be ‘harvested’, or ultimately becomes an oasis of abundance transformed from the original monotypical ecosystem of a uniform slope.
I have worked in many very difficult situations around the world, each one with different circumstances requiring different responses. Water management has proven to be one of the most consistent themes to be addressed though, and how to maximise the use of water, while minimising the negative effects of either excesses or lack of it. Swales have been a significant means of transforming most of these situations into remarkable examples of abundance.
Swales will not ‘save the world’ of course, and there can be no single solution for the multitude of problems that we face. However, they offer a simple means of solving the devastating loss of topsoil, the rapidly lowering watertable, and reversing the onward march of arable lands to deserts. These are critical issues almost everywhere to varying degrees, and if not addressed, they will ensure a continuing degradation of our beautiful planet, ecologically, socially and economically.
One last word: swales MUST be done correctly, so, be sure that you know what you are doing before starting, or take advice from experience sources.
Needs:
Laser level, theodolyte, A-frame, water level
pegs to mark the horizontal level of the land
excavator, bulldozer or hand-tools and plenty of muscle!
Seeds, shrubs, trees
Acqua acqua dappertutto, ma …..
Swales – una risposta ai problemi di controllo delle acque e la perdita di suolo
Parliamo di acqua. Roba semplice, eh! Sì, roba semplice – con solo due elementi, idrogeno e ossigeno, legati tra loro, scorre limpida e frizzante. Quando è permesso. Quando non è inquinata, o in eccesso, o il permesso di devastare la campagna in violenti temporali.
Il problema è che queste ultime circostanze si verificano sempre più spesso, in modo che la comunanza di chiara acqua frizzante sta diventando un fenomeno sempre più raro. Parliamo, dunque, di acqua e – più in particolare – facciamo qualcosa per la situazione attuale. Ora.
Provenienti da Australia, l’acqua è un tema già in cima alla lista della materia per i politici, talk-show, cene. Ovunque, in quanto il soggetto è stato trascurato il continente più arido del mondo per anni, come l’acqua è diventato più scarso, l’utilizzo di più dissoluto, fino a quando la situazione disperata gridò così forte che la gente ha dovuto prendere atto. Ora la polemica è stata evidenziata in un dibattito che non andrà via, dato che le possibilità sono così limitate che depurare acque reflue per l’acqua potabile non è una gag di un comico, ma forse una necessità assoluta. Pensateci la prossima volta che partecipare al richiamo della natura. Prendi sul serio!
Io vivo in Italia, ma quando guardo il paesaggio Tuscon sensuale, ho voglia di piangere di dolore e desolazione. Vedo oltre la forma splendida e texture. Vedo le piste sanguinanti la loro ricchezza di tonnellate di terriccio prezioso e nutriente ad ogni acquazzone. Depositare il limo per causare allagamenti con le prossime piogge, annebbiando gli estuari di uccidere pesci giovani che non potrà mai raggiungere la tavola, aggravando i problemi che le generazioni a venire sarà avere a che fare, perché non si sono preoccupati abbastanza per respond.The leggendaria uve delle colline Tuscon si accartocciano in sultanina vigorosi sulla vite. Non è il delirio di un osservatore destino irriducibili. Prime-time reality show. Siamo tutti consapevoli della apparente aumento estati calde e secche, temporali infuria, l’erosione di massa. Consapevole o inconsapevole, il soggetto non se ne andrà.
Una previsione costante è che ci si può aspettare la siccità a diventare un modello normale negli anni a venire. E la pioggia che cade è più probabile che venga torrenziale, in temporali dannosi. Le decisioni e le azioni che prendiamo ora determineranno l’impatto di questi due estremi. Permacultura offre strategie molto efficaci per ridurre al minimo i problemi, e massimizzare i benefici di qualsiasi limitate risorse che abbiamo.
In Permacultura si evidenzia il tema di fondo economico di trattare limitate risorse nel modo più efficiente. L’acqua è un ottimo esempio, una risorsa sempre più estrema nelle sue varianti: piogge torrenziali e inondazioni qui, c’è così scarsa da provocare siccità prolungata e razionamento dell’acqua. Sollecitiamo la conservazione, la conservazione, l’archiviazione, lo distribuisce, riducendo il suo uso .. Soggetti a secco, forse, ma solo se si ignora la realtà del valore di acqua buona per tutti noi. Invece di sete luccicanti, diamanti scintillanti, taglio dorato titoli e azioni, l’acqua umile è in ultima analisi, il tesoro di tutti. Senza sete e diamanti e dei prezzi di borsa, la vita andrà avanti. Senza acqua pulita, non lo farà, per noi.
In America, si stima che negli ultimi 200 anni, il 75% del terriccio si è perso, anche quando è in perenne fase di produzione. Australia produce tempeste di polvere che colorano le Alpi della Nuova Zelanda rosso. La situazione non è radicalmente diversa altrove, per pochi se del caso, hanno gestito meglio la loro situazione? Il secolo scorso ha visto cambiamenti radicali dei modelli di paesaggi, e la nostra capacità di trasformarla in meglio o in peggio.
Allora, cosa fare? In primo luogo, guardare, vedere e pensare. Abbiamo tutti giocato con acqua, almeno nella nostra infanzia. Stampato il paesaggio per soddisfare i nostri scopi giovanili, alla diga, e diffonderla, e renderlo migliore flusso. Il suo tempo per giocare di nuovo, ma questa volta per la nostra sopravvivenza. Così come per il nostro piacere, la nostra gioia per invertire un ciclo distruttivo di abuso e di trasformare questi rifiuti in un potenziale per un futuro abbondante invece di un desolato uno.
Il tempo è lungo scaduto, per le decisioni da prendere per le linee guida che veramente affrontare la necessità di politiche per salvare e utilizzare il nostro prezioso suolo e l’acqua invece di sprecare e di abusare di loro. Al momento sembra che ci sia un atteggiamento generale di prendere l’acqua lontano dalla terra il più velocemente possibile. Ciò è assolutamente in contrasto con i principi fondamentali dell’ecologia e della sostenibilità, che sono essenzialmente i fondamenti della permacultura.
Acqua scorre sempre al punto più basso. Ovviamente! Ovunque vi sia un accumulo di acqua, c’è il massimo potenziale per la memorizzazione di essa, o per poter destabilizzare il paesaggio, causando erosione o frane o allagamenti. Tuttavia, se siamo in grado di diffondere in modo uniforme in tutto il panorama, l’acqua può essere assorbita nel terreno dove può filtrare lentamente le falde acquifere, o essere utilizzate in un periodo di tempo più lungo di piante selezionate per approfittare della situazione.
In Permacultura, utilizziamo i “depressioni” ampiamente per raggiungere questo obiettivo. Questi non sono una novità per l’Italia, mi è stato detto, essendo stato inventato molto tempo fa come Fossetti livellari per raggiungere lo stesso scopo. Tragicamente, molto raramente vede ogni traccia di questo meraviglioso sistema, apparentemente dimenticato o trascurato. Se costruito correttamente, queste strutture hanno il potenziale per prevenire l’erosione, arrestare la perdita di suolo superficiale, l’acqua accumulata ridistribuire, mantenere l’umidità del suolo, e creare varianti microclima per una grande varietà di specie di piante altrimenti non supportato da un paesaggio uniforme-pendenza.
Le depressioni devono essere creati perfettamente orizzontale. La mancata osservanza di questa regola di base può provocare un disastro! Con anche la minima pendenza in una direzione particolare, tutta l’acqua ostruita dal Swale durante un temporale o piogge prolungate, affluiranno al punto più basso, e quando l’acqua supera la capacità del Swale per tenerlo, TUTTO overflow in quello stesso punto basso. Il risultato sarà probabilmente grave erosione, così come la perdita di tutta l’acqua e sporco sospeso e materiale organico.
Ci sono vari modi di garantire che l’Swale sia assolutamente in piano: si va da molto semplice a tecnologia altamente sofisticata. La scelta delle tecnologie sarà secondo la situazione, la disponibilità, o il costo in termini di denaro e di tempo. Ognuno è in grado di ottenere risultati sufficientemente precisi.
La forma delle depressioni deve essere liscia e arrotondata, non affilata e ripida che favorirà l’instabilità e l’erosione, e ridurre il potenziale di sostenere la più ampia varietà di piante nella diversità di microclimi creati.
Quando le piogge sono estreme, le depressioni non può tenere tutta l’acqua, l’acqua in eccesso deve essere diretta in cui può essere portato via senza danneggiare un’altra parte del paesaggio. Pertanto, l’overflow di ogni swale deve essere indirizzata al Swale successivo e ultmately ad un corso d’acqua naturale esistente. Se l’area di swales è molto grande, ci deve essere un certo numero di questi punti di eccesso d’acqua sfioro. Ciò è essenziale!
Non appena terminata la costruzione, le depressioni devono essere piantati prima possibile, con groundcovers perenni per coprire suolo esposto e prevenire l’erosione, e con opportuni alberi ed arbusti sotto Swale parete di utilizzare l’acqua disponibile.
La struttura del Swale si presta ad aumentare notevolmente la biodiversità dei terreni in pendenza. Nella sezione trincea, ci sarà un accumulo di acqua che, a seconda del tipo di suolo, può rimanere per qualche tempo. Le specie che vivono in acqua, la registrazione deve essere selezionato per poter approfittare di una tale abbondanza. Questi possono essere commestibile, attraente, accumulo di sostanze nutritive, azoto-fissazione, fibra che produce, o combinazioni di tutti questi o di altri.
Se la terra sopra un swale è soggetto all’erosione, o è alimentato da acqua contenente un alto livello di sporco sospeso o materiale organico, Swale finirà riempire. Il ricco materiale accumulato, naturalmente, può essere ‘raccolta’, o alla fine diventa un’oasi di abbondanza trasformata da l’ecosistema originale monotypical di un pendio uniforme.
Ho lavorato in molte situazioni molto difficili in tutto il mondo, ognuno con diverse situazioni che richiedono risposte diverse. La gestione delle acque ha dimostrato di essere uno dei temi più costanti da affrontare, però, e come massimizzare l’uso di acqua, riducendo al minimo gli effetti negativi di una eccessi o la mancanza di esso. Swales sono stati un importante strumento di trasformare la maggior parte di queste situazioni in notevoli esempi di abbondanza.
Swales non ‘salvare il mondo’, naturalmente, e non ci può essere una soluzione unica per la moltitudine di problemi che abbiamo di fronte. Tuttavia, essi offrono un modo semplice di risolvere la devastante perdita di terriccio, il rapido abbassamento falda, e invertire la marcia in avanti delle terre coltivabili ai deserti. Si tratta di questioni importanti quasi ovunque in varia misura, e se non è trattata, essi assicureranno subiscono un costante degrado del nostro bel pianeta, ecologico, sociale ed economico.
Un’ultima parola: swales deve essere fatto correttamente, quindi, essere sicuri che si sa cosa si sta facendo prima di iniziare, o farsi consigliare da fonti esperienza.
Bisogni:
Laser livello, theodolyte, A-frame, il livello dell’acqua
pioli per segnare il livello orizzontale del terreno
escavatore, bulldozer, o mano-tools e un sacco di muscoli!,
‘KILLING THE GOOSE THAT LAID THE GOLDEN EGG’
Tuscany is exquisitely beautiful. Everyone seems to agree on the point, whether Italians, or the hoards of foreigners who swarm the gorgeous landscapes, gushing their praises, falling in love with the place. Many stay, like me.
Little wonder then, that Tuscans are so proud of their land. So why is it being trashed? ‘Killing the goose that laid the golden egg,’ is an English expression that aptly describes the situation. As I move around Tuscany, my heart cries out in pain to see so much environmental vandalism taking place, generally by the same proud Tuscans.
Broadscale Tuscan erosionscape
But surely Tuscany is a model of ecological good management. Green politicians are active in local government, and Legambiente is a strong and respected environmental watchdog. I repeat again – environmental vandalism, on a grand scale
Vast areas of land are in a state of mass movement, with thousands of hectares of agricultural land literally sliding down the hills, heading inexorably to the sea. During heavy rains, the situation is of course, at its worst, with tons of precious topsoil colouring every stream and river siena red. The blood of the land.
The official response is to pour millions of euros into grand schemes to channel and get rid of the water as fast a possible, to speed up the process of losing the precious water and all the topsoil it contains. Then lamenting the dry times when they inevitably arrive. Flood or famine.
If this were ONLY an aesthetic theme – in these times when appearance seems to hold the highest ranking – then the consequences may not be so desperate. In any case, aesthetic degradation would probably draw a more immediate response.
This is much more than appearance though; it is our future, the basic quality of life and our capacity to feed ourselves that is at stake, seriously threatened.
If Tuscan pride has substance beyond self-posturing, there is indeed plenty which can be done to reverse the trend and confirm its reputation for sensitive pragmatic environmental awareness. And to maintain the beauty for which it is so famous.
The world has lost over 50% of its agricultural topsoil in the last century, largely due to the ‘industrialisation’ of agriculture with the introduction of mechanisation and extensive use of synthetic chemicals. This was exacerbated in Italy by the breakdown of the mezzadria system of land tenure. While this may have had social merit with the disbanding of an unjust serfdom of tenant farming, the ecological impact was to transform large tracts of farmland divided into small packets of mixed landuse, into large swathes of broadscale monoculture farming. Perfect for a market encouraging the economies of scale reaped by huge machines for ploughing, fertilising, dispensing chemicals on single crops, and harvesting the resulting spectacular bounty.
This is the land of the Grand Tour by artists and aristocracy of northern Europe. I daresay they would lament the Tuscan landscapes of today, a skeleton of the beauty they must have enjoyed.
How many times I have heard locals extol the virtues of the local wine, as if it is the only fine wine on this planet. And that wine has been grown here for two thousand years. Good wine, yes. And certainly these hills have supported vineyards for millennia. But equally certain, it has been only in the last 40 years that it has been cultivated in such an industrial art, with vast acreages of vines all lined up down steep slopes that ensure the departure of topsoil is hastened, that guarantees the development of erosion lines between those symmetrical lines. If we continue with current methods of landuse, there is litle possibility that in even 200 years (surely much less) this Toscany will be able to support a fraction of the vineyards of today.
Our relationship with our landscape has changed radically in the last century, in Tuscany as elsewhere. And definitely not for the better. Permaculture offers an alternative possibility, in which the old harmony between people and place can be restored, revaluing the best of the traditional wisdom farming in the context of modern awareness and needs. And in doing so, applied Permaculture can regenerate the beauty of the Grand Tour days while ensuring long-term higher productivity and sustainability.
We should not be asking simply how we can exploit the land, how we can make a profit from it. First we should ask what the land is offering us, what it can support without being degraded. If it is only possible to cultivate land by creating vertical rows, then clearly the land is too steep to be cultivated, to be constantly ploughed. It must instead be used in other ways, either through terracing or similar horizontal land patterning, or by perennially vegetated agriculture, with an emphasis on tree crops.
Rather than encouraging the water to leave the land and be channelled as fast as possible into conduits racing to the sea, we should be holding it back, spreading it out on the landscape so that it can be absorbed more slowly, deeply, replenishing the aquifers. This would have happened in years gone by, with the land pattern was so much different, so much more complex and diverse. Water is rapidly becoming as precious as oil, and the quality and lack of it is inevitably becoming the greatest threat and challenge to our continuing civilisation.
So cultivation of steep land should be halted, resculpturing the landscape instead through creating horizontal banks (‘swales’) that redistribute the water more evenly over the land and away from the gullies. Water then has time to be absorbed into the soil where plants can use it and its suspended fertility. We would then have the possibility of growing a much greater diversity of plants otherwise unable to survive in land that is so dry. At the same time more perennial plants would be cultivated, covering the naked land, protecting it from soil and water loss, preventing the current situation in which ploughing ensures the oxidation and loss of soil nutrients, the death of vital soil micro and macro-organisms, the destruction of soil structure.
With the industrialisation of agriculture, we have gained the capacity to plough the land as never before, with huge tractors able to pull equally over-sized implements through the landscape. Every time we expose the soil, oxidisation of many nutrients takes place, and are lost to the air; many more are washed away in the first heavy rains; and still more are simply locked up in the soils themselves, in crystals or clay particles where they are inaccessible to the plants that would use them. Soil needs to be nurtured, not raped. In healthy soil there is a constant balance between abundant oxygen and a lack of it, and this balance is maintained by many soil macro and micro-organisms. Ploughing completely breaks this, flooding the soil with oxygen, encouraging unrestricted multiplication of plant pathogens, and destroying the soil structure.
Witness the great clods of clay in Tuscany. The only long-term means of transforming the clay into a receptive medium for plants is through massive inclusion of organic material, and minimum ploughing. The improvement can only be achieved over a number of years, but if it is not commenced, it can never happen and we are condemned to relying on a system (ploughing and chemicals) that is not only ecologically disastrous, but economically unsupportable. This at a time when agricultural subsidies are being consistently removed.
In Permaculture (and, I insist, in any truly sustainable approach to landuse) we seek to re-use and re-cycle all local resources as many times as possible, to slow down their movement through our lands (water, soil and organic materials spring immediately to mind), to create systems that are more autonomous and self-supporting. Not just in the words of politicians and theorists, but in practical application through the wise decision-making of the people most intimately involved with the land.